giovedì 31 gennaio 2013

Emergono dettagli sugli omicidi di Parigi

Il quotidiano turco Akşam ha scritto ieri in merito ad un'asserzione che riguarda Ömer Güney, l'uomo agli arresti dal 19 Gennaio in relazione agli omicidi di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, avvenuti a Parigi il 9 Gennaio. Lo zio di Ömer, Zekai Güney, ha affermato che suo nipote era accompagnato da altre due persone mentre entrava nell'Ufficio di Informazione del Kurdistan, luogo in cui le tre rappresentanti politiche kurde sono state uccise. Zekai Güney ha dichiarato che le immagini di queste due persone sono state “rimosse” dai video delle telecamere di siurezza che la polizia francese ha sequestrato in relazione all'indagine sulle esecuzioni. Inoltre, in base alle dichiarazioni del padre dell'indagato, ha detto: “Mio fratello mi ha detto che, secondo le informazioni che ha ricevuto dalla procura francese e dagli avvocati, Ömer ha negato di aver commesso gli omicidi nella sua testimonianza. Ömer ha affermato che c'erano altre due persone con lui e che il video è stato contraffatto rimuovendo le registrazioni riguardanti queste due persone. Deve aver menzionato i nomi di queste due persone, che non sono comunque visibili nel filmato ora in possesso del procuratore”. Se l'affermazione è vera, ció significa che la vita di Ömer è minacciata, ha detto lo zio sottolineando la loro preoccupazione sulla possibilità che il nipote sia vittima di un omicidio di autore non indentificato all'interno o all´esterno del carcere. “Non pensiamo che lo Stato francese non sia coinvolto negli omicidi, il che significa che non sarà fatta luce su di essi. Non abbiamo saputo della visita di Ömer ad Ankara finchè non l'abbiamo letto sulla stampa. Non è mai venuto da noi. Quando ho chiesto informazioni in merito a mio fratello, lui mi ha detto che Ömer era andato ad Ankara per partecipare al matrimonio di un suo collega di lavoro che aveva incontrato in Germania”. ANF Ankara

Siria: Le YPG sequestrano ambulanza francese a Serêkaniyê

Le Unità di Difesa del Popolo (YPG) hanno sequestrato ieri un´ambulanza francese nella città del Kurdistan Occidentale Serêkaniyê. Si crede che l´ambulanza, con targa francese "CP-253-DE" ed alcuni documenti nella stessa lingua, stesse trasportando equipaggiamenti militari dalla Turchia alle bande armate presenti nella città kurda della Siria Serêkaniyê. Gli scontri tra le YPG del Kurdistan Occidentale ed i gruppi armati sostenuti dalla Turchia continuano in alcuni luoghi della città poiché le forze kurde stanno cercando di scacciare le bande. Alcuni giorni fa, le YPG hanno rivelato che lo Stato turco stava inviando Serêkaniyê ambulanze, cariche di armi ed altri equipaggiamenti militari, per sostenere i gruppi armati che stanno attaccando la popolazione kurda da mesi e stanno conducendo ad un clima conflittuale in città. Si crede anche che l´ambulanza sequestrata ieri sia stata introdotta attraverso i confini turchi. Fonti delle YPG hanno fatto notare che le bande armate hanno reso difficile il sequestro del mezzo, che era utilizzato per trasportare i beni saccheggiati in città. In un comunicato sui recenti scontri nella regione, i funzionari delle YPG hanno dichiarato che rafforzeranno la loro lotta contro le bande sostenute dalla Turchia per rafforzare l´auto-governo della città. ANF Serêkaniyê

mercoledì 30 gennaio 2013

Campagna per i Kurdi in Siria

Mentre il popolo siriano in generale, ed i Kurdi in particolare, stanno attraversando un momento di violento conflitto per procura, il costo di questa guerra è scaricato sulle spalle dei civili. La regione kurda della Siria soffre più gravemente a causa di un doppio embargo, imposto sia dal regime di Assad sia dall'opposizione armata. La popolazione del luogo sta venendo sempre più isolata in un assedio paralizzante, che rischia di diventare un grave disastro umanitario. Le rigide condizioni invernali sono aggravate dalla penuria di cibo, medicine, combustibile per il riscaldamento, trasporti e generatori elettrici, fondamentali per il funzionamento degli ospedali e dei centri medici. Questa situazione sta mettendo a rischio la vita delle persone a causa delle diffusione delle malattie e la mancanza di aiuti medici. Nonostante questo, le regioni kurde sono state escluse dagli aiuti umanitari internazionali, anche se hanno ospitato centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati provenienti da tutte le cittadine colpite dalla guerra siriana. E´ noto che i mercenari armati salafiti affiliati a gruppi terroristi, la Turchia ed altre potenze regionali hanno effettuato il recente attacco brutale che ha colpito i civili a Sere Kaniye (Ras al Ain) il 16 Gennaio 2013. Queste potenze hanno l'obiettivo di destabilizzare la relativamente pacifica regione kurda e di trascinarla in una violenta guerra civile, rendendola un sanguinoso luogo di conflitto per procura. Per aumentare l´orrore, esse hanno colpito i civili, uccidendoli indiscriminatamente e radendo al suolo le loro case tramite bombardamenti. Le poche abitazioni rimaste in piedi sono state saccheggiate e migliaia di persone sono state fatte sfollare forzatamente nel tentativo di sfuggire alle atrocità. La Croce Rossa/Mezzaluna Rossa Kurda, un´organizzazione umanitaria di soccorso istituita nella regione kurda della Siria per sostenere le persone in difficoltà, sta lanciando una campagna a riguardo, che verrà presentata a Londra il 3 Febbraio. ANF Londra

martedì 29 gennaio 2013

Sakine di Dersim

Le donne sono persone determinate. Possiedono il ruolo principale nel condurre l´umanità verso il futuro. Hanno una virtù che le glorifica e che rende significativo tutto ció che sfiorano. Non sarebbe sbagliato dire che sono le donne che conducono l´uomo al punto di assumersi la responsabilità di essere umano. Le donne dovrebbero essere quindi citate come un genere che ha il potere di trasformare non solo gli uomini ma il mondo intero. Sakine era una delle mani che hanno portato la bellezza nel mondo. Rappresentava una parte importante di pace, fratellanza e bontà, ció che tutti stiamo esprimendo ora da anni… leggi tutto su www.retekurdistan.it

lunedì 28 gennaio 2013

La difesa in lingua kurda approvata dal Parlamento

In seguito agli intensi dibattiti degli ultimi due giorni, il Parlamento turco ha approvato una legge che permette di parlare in lingua madre all'interno dei tribunali. Alle persone sotto processo sarà concesso di richiedere un traduttore per potersi difendere in lingua madre a condizione di far fronte alla spese dei servizi di traduzione. La disposizione legale fa parte di una proposta di modifica, di 13 articoli, del Codice di Procedura Penale (CMK) e della Legge sull'Esecuzione delle Pene e delle Misure di Sicurezza. In Parlamento il dibattito sulla legge ha raggiunto l'apice quando la deputata di İzmir del Partito Popolare Repubblicano (CHP) Birgül Ayman Güler ha affermato due giorni fa: "La nazione turca non puó essere uguale a quella kurda. Non potete appiopparmi il nazionalismo kurdo schierandovi con l´indipendenza”. Queste affermazioni hanno condotto a reagire molti membri del Parlamento, inclusi alcuni del CHP; inoltre hanno causato ulteriori dibattiti sul sentimento nazionalista presente all´interno di questo partito, di cui il deputato di Adıyaman Salih Fırat ha rassegnato le dimissioni ieri in risposta all´accaduto.

Pinar Selek condannata all´ergastolo

La Dodicesima Alta Corte Penale di Istanbul ha ordinato l´ergastolo per la sociologa Pinar Selek, accusata dell´attentato al Bazaar delle Spezie di Istanbul del 1998, nonostante fosse stata assolta dalle stesse accuse tre volte in precedenza. Il tribunale ha anche emesso un mandato d´arresto nei suoi confronti: la Selek è attualmente a Strasburgo per i suoi studi accademici. Il suo caso è in corso dal 1998 ed è stato riaperto tre volte in quattordici anni. Era stata assolta per l´ultima volta il 9 Febbraio 2011 dallo stesso tribunale ma la decisione è stata annullata dalla Corte di Cassazione nel Novembre 2012. ANF ISTANBUL

venerdì 25 gennaio 2013

Roma Sit-in ambasciata turca contro ergastolo a Pinar Selek

Sabato 26 gennaio alle ore 14 davanti all'ambasciata turca, in Via Palestro, sit-in per dire che siamo tutte/i con Pinar contro la sua condanna all'ergastolo.
Quarto processo per Pinar Selek. “Perseguitata perché vicina ai deboli”. Accusata di complicità in un’esplosione che fece sette morti nel 1988 al Bazar delle Spezie della megalopoli del Bosforo, la donna è già stata assolta tre volte. Una perizia già nel 2000 ne ha attribuito l’origine a una fuga di gas accidentale. Ma la giustizia turca continua a perseguitarla.

giovedì 24 gennaio 2013

Istanbul: processo farsa alla sociologa Pinar Selek, ergastolo per terrorismo

contropiano.org - Dopo la retata contro gli avvocati della scorsa settimana e la richiesta di 21 anni di carcere per un'Erasmus francese, la magistratura turca processa per la quarta volta una sociologa accusata di collaborare con il PKK. E la condanna all'ergastolo. Ma secondo le perizie l'attentato di cui è accusata fu un'esplosione accidentale. Sono quasi cento gli osservatori internazionali che hanno assistendo oggi a Istanbul al quarto processo - sempre per gli stessi fatti - contro la nota sociologa di sinistra Pinar Selek, che ora vive in esilio in Francia, a Strasburgo. La donna è stata accusata dalla magistratura turca di complicità in un'esplosione che causò sette morti nel 1988 al Bazar delle Spezie della città sul Bosforo. leggi tutto su contropiano.org 

mercoledì 23 gennaio 2013

L´uomo arrestato a Parigi potrebbe non essere kurdo


Secondo le informazioni raccolte dal sito internet francese ActuKurde, uno degli indagati di Parigi, citato come “Ö.Y”, deferito al tribunale oggi in relazione all´esecuzione delle tre attiviste, non sarebbe di origine kurda. ActuKurde ha affermato che l´indagato sarebbe originario di Şarkisla, in provincia di Sivas, ma non d'origine kurda: proverrebbe da una famiglia ultra-nazionalista e non sarebbe una persona nota alla comunità kurda di Parigi, dato che complica la raccolta di informazioni su di lui. Secondo un´altra fonte kurda, l'uomo potrebbe essere contro il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). leggi tutto su retekurdistan.it 

Proteste contro gli arresti di massa degli avvocati in Turchia

In un comunicato sui recenti arresti degli avvocati affiliati alla Çağdaş Hukukçular Derneği (ÇHD) effettuati ad Istanbul il 18 Gennaio, la Campagna Pace in Kurdistan ha chiesto il loro immediato rilascio e quello di tutti gli altri avvocati attualmente dietro le sbarre in Turchia. La polizia turca ha effettuato irruzioni nelle prime ore della mattinata di venerdì 18 Gennaio contro il Partito/Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP/C), arrestando 55 persone, inclusi 15 avvocati, di cui nove sono membri dell'Associazione degli Avvocati Progressisti (ÇHD). La Campagna Pace in Kurdistan ha sottolineato: “Ancora una volta vediamo i risultati delle dure leggi anti-terrorismo della Turchia: la mancata distinzione tra avvocati e clienti finisce col criminalizzare i primi per aver intrapreso i loro compiti professionali nel rappresentare i loro clienti”. Ha poi rimarcato che ci potrebbe essere una minima speranza per una pace duratura e per la stabilità nel paese mentre gli avvocati affrontano peristentemente procedimenti legali per il semplice motivo di intraprendere il loro lavoro; la popolazione in generale vive sotto costante minaccia di intimidazione a causa della partecipazione alla normale attività politica. La Campagna ha criticato i leader della Turchia per la loro impreparazione nel prendere le misure necessarie allo scopo di porre fine al protratto conflitto politico, non ultimo il conflitto kurdo: “La Turchia è effettivamente un paese in uno stato di guerra, con ampie comunità che vivono in condizioni d´assedio. Tali circostanze non sono favorevoli per garantire la pace od il successo di qualsiasi negoziato, che richiede volontà da entrambe le parti come prerequisito per ottenere risultati duraturi”. La Campagna Pace in Kurdistan ha inoltre concluso il suo comunicato esortando i suoi sostenitori a scrivere lettere di protesta al Ministro turco della Giustizia, al Primo Ministro Erdogan ed all´ambasciata turca. ANF / NEWS DESK

Prorogata la detenzione per gli uomini arrestati a Parigi

I due uomini arrestati giovedì a mezzogiorno nell'ambito delle indagini sull'omicidio delle tre attiviste kurde, avvenuto a Parigi il 9 Gennaio, rimarranno agli arresti. Secondo le notizie, la custodia è stata estesa sabato. Al termine della loro detenzione, che puó durare fino a novantasei ore, i due uomini potrebbero essere condotti davanti ad un magistrato, in base alle prove raccolte dagli inquirenti. I due uomini dovrebbero essere di orgine kurda, nati in Turchia nel 1974 e nel 1982. Secondo l'agenzia AFP, che ha citato una fonte anonima della polizia, apparterrebbero ad un ambiente molto vicino alle tre donne giustiziate. Secondo la fonte di polizia citata da AFP, l'indagine sta seguendo una “pista seria”. Una delle persone arrestate sarebbe stata l'autista di una delle donne, ha dichiarato la fonte. I due uomini, che risiedono a La Courneuve, un sobborgo a nord di Parigi, sono stati arrestati giovedì a mezzogiorno. Nessuna specifica fonte giudiziaria è stata fornita in merito alle ragioni di questi arresti, né in merito al ruolo potenziale dei due uomini. ANF / PARIGI

martedì 22 gennaio 2013

L'ombra della cooperazione Francia-Ankara sull'inchiesta di Parigi

La Federazione delle associazioni kurde in Francia (FEYKA) ha rilasciato una dichiarazione scritta in risposta a quella che sembra essere stata scelta come linea principale di indagine sull'esecuzione di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez a Parigi il 9 gennaio: nessun coinvolgimento dello stato turco a favore di una faida interna tra kurdi. FEYKA he precisato che l'inchiesta sulle uccisioni è stata condotta sotto l'ombra della cooperazione Francia-Ankara. FEYKA chiede alle autorità francesi di spiegare come la Turchia può essere esclusa dai sospetti ancor prima del completamento delle indagini. leggi su FiratNews

Un fermato per l'omicidio di Parigi

Parigi - Il procuratore François Molins ha rivelato alcuni dettagli circa l'inchiesta in corso sull'uccisione delle tre militanti kurde a Parigi. Il procuratore ha dichiarato che l'indagato, Ömer Güney, è stato arrestato oggi in relazione con le uccisioni ed ha osservato che non è ancora chiaro se gli omicidi siano stati commessi da una o più persone. Molins he osservato che l'indagato negli ultimi due anni ha avuto collegamenti con il PKK e che il suo vero ruolo all'interno dell'organizzazione non è stato ancora stabilito. Molins ha dichiarato che Sakine Cansız e Leyla Şaylemez sono state colpite alla testa da tre proiettili ciascuno, e Fidan Doğan da quattro proiettili. Una sola arma è stata utilizzata negli omicidi e non sembra essere stato spostato nulla nell'appartamento. Molins ha osservato che il sospetto, che è stato dipinto dai media come un "autista", aveva accompagnato una delle donne assassinate in ufficio il giorno degli omicidi. ANF ​​/ PARIS

domenica 20 gennaio 2013

Le esecuzioni sono un messaggio per il popolo kurdo, il PKK ed Öcalan

FERDA ÇETIN / NEWS DESK - L'omicidio, avvenuto a Parigi, di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez possiede aspetti più conosciuti che ignoti; questi ultimi riassunti nella domanda “Chi ha premuto il grilletto?”. Quando si tratta di questo tipo di azioni, mantenere l´attenzione costantemente sugli “aspetti sconosciuti” e aggiungere mistero al mistero rappresenta una tattica comune per ignorare gli aspetti “chiari e risaputi”. La maggior parte dei commenti ha associato il delitto ad una provocazione contro i negoziati turco-kurdi iniziati nell´ultimo periodo. Dietro agli omicidi, secondo il discorso, ci sono poteri oscuri che non vogliono una fine del conflitto in corso in Turchia e hanno perció l'intenzione di lasciare il Governo turco ed il PKK in una difficile situazione quando i negoziati sono in procinto di cominciare. Ma questi omicidi non hanno solamente voluto inviare un messaggio ad Öcalan ed al PKK; allo stesso tempo ne hanno mandato uno anche ad Erdoğan ed allo Stato, in modo da colpire entrambi lungo le stesse linee. Il messaggio è stato mandato ad una parte: ad Öcalan, al PKK ed al popolo kurdo. La “tristezza di” Arınç (vice Primo Ministro) e di alcuni cronisti non è il sentimento che ha provato la parte turca amica. La gioia di Erdoğan, del gruppo Fethullah Gulen e dei media è un sentimento che si puó tradurre con la frase: “ I nostri interlocutori non si devono sentire al sicuro in nessun luogo”.

Hrant Dink ricordato sei anni dopo il suo assassinio

Migliaia di persone si sono riunite sabato 19 gennaio a Piazza Taksim ad Istanbul per ricordare il giornalista armeno Hrant Dink, ucciso sei anni fa in pieno giorno mentre usciva dagli uffici del settimanale Agos, di cui era direttore. Le persone che hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione hanno marciato, come tradizione, fino alla sede di Agos a Şişli, domandando ancora una volta giustizia per Hrant Dink, il cui omicidio non è stato fermato nonostante avesse ricevuto aperte minacce da gruppi di estrema destra fino al giorno in cui fu assassinato. Dink era stato l'obiettivo di gruppi nazionalisti dal 2005, quando fu condannato per “aver insultato la turchità”, nonostante esistesse una perizia che dimostrava che non avesse comesso il crimine. Il 17 Gennaio 2012, la Quattordicesima Alta Corte Penale di Istanbul ha stabilito che non vi fosse “nessuna organizzazione” dietro all'omicidio di Dink. Ogün Samast, il ragazzo che aveva sparato al giornalista armeno, fu condannato a 22 anni e dieci mesi di carcere, mentre Yasin Hayal ricevette l'ergastolo aggravato dall'accusa di istigazione ad omicidio premeditato. Ricevette tre mesi di reclusione per aver minacciato lo scrittore Orhan Pamuk ed un'ulteriore anno per essere stato trovato in possesso di un'arma senza licenza. Osman Hayal fu assolto dalle accuse di omicidio e di appartenenza ad un'organizzazione criminale. Erhan Tuncel fu assolto dalle accuse di appartenenza ad un'organizzazione terrorista armata e di istigazione all'omicidio. A Tuncel fu comminata una pena di dieci anni e sei mesi di carcere a causa dell'attentato contro il McDonalds. Salih Hacisalihoğlu fu condannato a due mesi e quindici giorni di carcere per il possesso di munizioni senza licenza. Il verdetto del tribunale fu duramente criticato dai gruppi che richiedevano un processo equo e la giustizia. Nel Settembre 2010, la Corte Europea per i Diritti Umani (ECtHR) ha stabilito che la Turchia non era riuscita ad indagare e perseguire i responsabili dell´assassinio di Dink e ció costituiva una violazione del suo diritto alla vita. ANF / ISTANBUL

venerdì 18 gennaio 2013

In centinaia di migliaia alla cerimonia per Sakine, Fidan e Leyla

Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato ieri a Diyarbakır alla cerimonia funebre per Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez. La città è parsa improvvisamente svuotata. I negozi sono rimasti chiusi, nessuno era presente in strada. E' parso invece che tutti a Diyarbakır volessero dire addio a Sakine, Fidan e Leyla. Il quartiere di Batıkent era pieno di persone, come mai era stato visto prima. Un'enorme folla, che ha cantato slogan che affermavano “siamo Sakine”, “siamo tutti Fidan”, “siamo tutti Leyla”, si è unita alle famiglie delle tre rappresentanti politiche kurde, assassinate a Parigi il 9 Gennaio. Le bare delle tre donne erano avvolte in bandiere del PKK. “Il PKK è il popolo, ed il popolo è qui”, hanno cantato uomini e donne che hanno voluto rendere omaggio alle salme. Intervenendo alla cerimonia, il co-presidente del BDP Selahattin Demirtaş ha dichiarato: “La popolazione giunta qui sta chiedendo una pace onorevole. Poiché le madri dicono addio alle loro figlie, non stanno chiedendo vendetta. Stanno chiedendo la pace. Quand´è che il mondo lo capirà?”. Demirtaş ha ricordato che i bombardamenti stanno continuando a Kandil: "Non è possibile ottenere la pace mentre si fa la guerra allo stesso tempo. Se cerchi la pace, devi essere coraggioso”. Ahmet Türk ha affermato: "Tutti si aspettano sensibilità da noi. Ma qui il nostro popolo ha dimostrato di essere pronto per la pace, anche se abbiamo perso tre delle nostre compagne. La pace puó essere possibile solo se esiste rispetto reciproco. Oggi peró l´esercito turco sta ancora una volta bombardando le montagne di Kandil: come possiamo otennere la pace se continuate a bombardare?”. In un commovente discorso, il padre di Sakine Cansız ha ribadito quanto detto la scorsa notte all´aereoporto di Istanbul: “Sono il padre di Sakine, quella Sakine che voleva la pace, quella Sakine che ha lotatto per la pace e la libertà, come Fidan, come Leyla". Dopo la cerimonia, le bare delle tre donne sono state trasportate nelle loro città d´origine, dove saranno sepolte domani. Sakine Cansız sarà sepolta a Dersim, Fidan Doğan ad Elbistan e Leyla Şaylemez a Mersin. ANF / DIYARBAKIR/AMED

giovedì 17 gennaio 2013

5 Festival del Cinema Kurdo a Roma

Nuovo Cinema Aquila Via l'Aquila, 66 - Roma
Giovedì 17 gennaio
Ore 16.30 (Pomeridiano) “E’ STATO LO STATO” e “IL TACCUINO DI LICE”
Ore 18.30 Dibattito Richiedenti asilo kurdi e il sistema di protezione in Italia
Ore 21.30 (Serale) “MITILI ROTTI”, a seguire dibattito con Seyfettin Tokmak, regista.

Diyarbakir


Sakine, Fidan e Leyla a Diyarbakir


Almeno 20 mila persone hanno accolto all'aeroporto di Diyarbakir le bare di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, le tre militanti kurde uccise a Parigi il 9 gennaio. All'aeroporto erano presenti il sindaco della città, Osman Baydemir, deputati e funzionari del BDP (Partito della Pace e della Democrazia ), dirigenti del DTK (Congresso della società democratica) e le Madri per la pace. Oggi a Diyarbakir avrà luogo la cerimonia funebre. Parlando alla stampa presso il Centro Culturale Giovanile Cegerxwin, il co-presidente del BDP, Selahattin Demirtaş ha reagito con forza contro gli avvertimenti di “provocazione”, effettuati dagli ufficiali governativi prima delle cerimonie funebri. “Le provocazioni sono sempre giunte da parte delle forze oscure e da parte del Governo finora, non dalla popolazione”, ha sottolineato Demirtaş, invitando ad un'ampia partecipazione ai funerali di oggi. ANF ​​/ DIYARBAKIR / AMED

mercoledì 16 gennaio 2013

Lettera Aperta all'Ambasciatore francese in Italia

Invito ad un'indagine approfondita sull'evidente assassinio mirato di tre rappresentanti politiche kurde in esilio a Parigi. La sera del 09.01.2013, Sakine Cansız, membro fondatore del PKK, Fidan Doğan, rappresentante del KNK a Parigi, e Leyla Söylemez, giovane attivista, sono state tutte vittime di uno spietato omicidio nell'ufficio del Centro di Informazione del Kurdistan a Parigi. Non solo l´utilizzo di silenziatori ma anche altri fatti quali, per esempio, i colpi mirati ad uccidere, indicano un omicidio eseguito da professionisti. Il momento dell'attacco appare connesso ai più recenti negoziati politici per la pace: da alcune settimane, questi ultimi si stavano tenendo tra rappresentanti del Governo turco, il leader del PKK Abdullah Öcalan, in carcere in totale isolamento sull'isola-prigione di Imrali, ed il pro-kurdo Partito della Pace e della Democrazia (BDP). L´attacco alle rifugiate politiche può quindi essere considerato come una provocazione e come un atto di sabotaggio nei confronti di un possibile e rinnovato processo di pace. Ma i fattori che inducono a ritenere possibile un'influenza francese non possono non essere considerati. Qualche mese fa, il magistrato francese Thierry Fragnoli, responsabile per le questioni anti-terrorismo, ha confermato questa impressione quando è stato proposto che un gruppo di 4 magistrati, 8 avvocati e 28 commissari avrebbe lavorato esclusivamente riguardo ai Kurdi in Francia. La modalità in cui tale omicidio sia potuto accadere, nonostante questa stretta vigilanza, è estremamente sospetta. Alla luce di ciò, la reazione del Ministro degli Interni francese che ha dichiarato che “l´omicidio è inaccettabile” minimizza la reale gravità dell'accaduto. Per questo ci poniamo le seguenti domande a cui ci aspettiamo risposta, da parte Sua e del Governo francese.

Kartal: squadre speciali inviate in Europa nel 2011

Parlando con l'agenzia ANF riguardo all'assassinio delle tre rappresentanti politiche kurde, avvenuto nel cuore della capitale francese il 9 gennaio, Remzi Kartal, leader del Congresso del Popolo del Kurdistan (KONGRA-GEL) ha riportato alcune informazioni di intelligence ricevute precedentemente, relative a squadre di esecuzione turche inviate in Europa nel 2011. Kartal ha sottolineato di aver anche condiviso le informazioni non confermate con le autorità competenti in Belgio, dove si trovava in quel momento, e ha aggiunto: "Tuttavia, non sappiamo ancora se le uccisioni di Parigi sono in relazione con la notizia che abbiamo avuto in quel momento. Abbiamo bisogno di prove per avanzare tale affermazione". Il leader del Kongra-Gel ha rimarcato che "la tempistica degli omicidi, avvenuti nell’attuale processo di negoziati in corso per la questione kurda, dimostra che l'assassinio è stato pianificato da circoli che non vogliono una soluzione a questo problema. A tale riguardo, le uccisioni potrebbero essere state progettate dagli stessi circoli che avevamo scoperto aver inviato squadre di esecuzione in l'Europa nel 2011”.

Le donne kurde reagiscono contro la campagna diffamatoria

Il Movimento Femminile Kurdo Europeo (Tevgera Jinên Kurd li Ewropa-TIJKE) ha risposto con fermezza alla campagna diffamatoria lanciata contro il movimento kurdo di liberazione in relazione all´esecuzione delle tre donne kurde, avvenuta il 9 Gennaio a Parigi. Il TIJKE ha osservato che l´obiettivo di questa campagna è stato quello di nascondere gli omicidi e le forze oscure che stanno dietro ad essi. Il TIJKE ha valutato l´assassinio di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez come un feroce attacco al leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan, a tutte le donne che resistono ed a tutti i popoli che sono in favore della liberazione femminile. Ha condannato gli omicidi ed ha sottolineato: "Le nostre compagne Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez sono diventate immortali, in qualità di rivoluzionarie principali della nostra lotta di libertà per il Kurdistan ed anche per il nostro movimento femminile e giovanile”. Richiamando l´attenzione sulle dichiarazioni ed i commenti delle autorità e dei media turchi sugli omicidi di Parigi, il TIJKE ha dichiarato: "Le autorità turche, il Primo Ministro ed altri ufficiali governativi stanno conducendo una campagna di diffamazione contro il movimento kurdo dal momento in cui sono stati riportati per la prima volta gli omicidi. Ancora prima della divulgazione di qualsiasi dettaglio sull´accaduto, si è dichiarato che le esecuzioni erano il risultato di una faida interna al PKK. E´ stato detto che “la Cansiz è stata uccisa per questioni finanziarie” o che “la Cansiz era in disaccordo con Öcalan". L´obiettivo di questi titoli e commenti è ovviamente quello di coprire questa brutale esecuzione, non di far luce su di essa”. ANF / PARIGI

martedì 15 gennaio 2013



Parigi oggi

I corpi delle tre compagne kurde uccise a Parigi il 9 gennaio, questa mattina hanno lasciato l'edificio di Medicina Legale di Parigi, accompagnati da rappresentanti delle istituzioni kurde, le bare coperte di bandiere del PKK. La cerimonia di addio avrà inizio alle ore 11 e vedrà la partecipazione delle famiglie delle vittime, i rappresentanti dei partiti politici kurdi, nonché i rappresentanti delle organizzazioni femminili e dei movimenti di tutta Europa. Dopo la cerimonia di Parigi, i corpi delle tre donne mercoledì verranno portati a Diyarbakır. Dopo la cerimonia funebre nella principale città kurda, Sakine Cansız sarà sepolta a Dersim, Fidan Doğan a Elbistan (Maras) e Leyla Şaylemez a Mersin. ANF ​​/ PARIS

lunedì 14 gennaio 2013

Parigi piange

PARIGI, Francia - Centomila persone sono scese in piazza sabato nella capitale francese per condannare l'uccisione delle tre attiviste kurde Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez. Con intense emozioni e sentimenti forti, i kurdi da ogni parte d'Europa si sono riuniti sabato per dichiarare il loro orrore per gli omicidi. I manifestanti hanno marciato portando le foto delle tre donne che hanno lavorato per la pace e la libertà in Kurdistan. "I martiri non muoiono", "i kurdi non si faranno intimidire", "la lotta per la libertà non può essere fermata" sono stati tra gli slogan gridati nella manifestazione che è stata sostenuta anche dalle organizzazioni di sinistra turche, rappresentanti dei partiti del West Kurdistan (Kurdistan siriano), partiti e organizzazioni francesi, nonché un certo numero di politici kurdi e rappresentanti di ONG provenienti da tutta Europa. I politici kurdi hanno sottolineato che le tre compagne hanno dato la vita per la libertà delle donne. Soloine Salmone, Presidente dell'organizzazione Solidarité Femme, ha fatto appello alla solidarietà con le donne kurde e descritto le uccisioni come inaccettabile. Pierre Laurent, leader del Partito comunista francese, che ha anche aderito alla marcia, ha condannato gli omicidi e ha inviato un messaggio di solidarietà al popolo kurdo.

giovedì 10 gennaio 2013

Domande

ANF NEWS AGENCY - Tre attiviste kurde, Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söylemez, sono state uccise a Parigi. Gli omicidi sono avvenuti in una strada vicino alla Gare du Nord di Parigi, una delle vie più affollate e più strettamente sorvegliate della capitale francese. In aggiunta, il Centro di Informazioni del Kurdistan è sotto continuo controllo da parte della polizia. I fascicoli di alcuni rappresentanti politici kurdi arrestati in precedenza hanno rivelato il fatto che il Centro era controllato in ogni momento. Fidan Doğan, rappresentante del KNK a Parigi, ha effettuato una conversazione telefonica con un amica alle 13.00 circa di mercoledì pomeriggio. Nel suo ultimo discorso al telefono, la Doğan ha detto di essere ancora nell´ufficio e che sarebbe rientrata a casa in serata. I suoi amici, che si sono recati presso l'ufficio poichè non aveva risposto al telefono fino a tarda serata, hanno visto delle macchie di sangue da sotto la porta dell'ufficio. Sono entrati ed hanno visto i corpi di tre donne: la Cansız e la Doğan erano state colpite alla testa con un'arma da fuoco e la Söylemez alla testa e allo stomaco. Nell'attacco armato è stato utilizzato un silenziatore, secondo le prime informazioni. La polizia francese ha annunciato che le tre donne sono state vittime di un'esecuzione molto professionale.
Di seguito alcune domande che riguardano l´attacco armato contro le attiviste kurde: 
1- L'esecuzione delle tre donne nella zona "più sicura" di Parigi non costiuisce un fatto normale. I responsabili devono essere stati consapevoli di questa verità ed hanno agito in sua conseguenza.
2- Sakine Cansız era l'unica donna ancora in vita tra i co-fondatori del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). La Cansız è una donna rivoluzionaria famosa per la sua resistenza contro la tortura nel carcere di Diyarbakır nel periodo del colpo di stato militare in Turchia, avvenuto il 12 Settembre 1980.
3- I giornali che sostengono l'AKP, come Yeni Şafak, hanno riportato la notizia come un'esecuzione interna, ancor prima che fosse stata fatta una dichiarazione ufficiale da parte della polizia francese o che fosse stata eseguita un'autopsia sulle vittime. Questo è un punto che merita considerazione.
4- Perchè l´attacco ha colpito le donne ed in Europa? Il fatto che Sakine Cansız era una donna co-fondatrice del PKK mostra che l'attacco era diretto contro lo spirito ideologico dell´organizzazione. Da questo punto di vista, gli omicidi sono stati ovviamente compiuti in base ad uno scopo professionalmente pianificato. Le notizie riportate dai media turchi, che hanno utilizzato come fonte l'agenzia di stato Anadolu Ajansı (Anatolian News Agency), danno indizi sul modo in cui l'accaduto verrà discusso d'ora in poi.
5- L´uccisione di dieci guerriglieri e di tre alti funzionari europei del PKK è giunta in seguito alle dichiarazioni del Primo Ministro turco Erdoğan che aveva affermato: “Vi arresteremo ovunque vi troveremo”. Sembra che entrambi gli attacchi siano un seguito di questa dichiarazione.
AMED DICLE / NEWS DESK

Dichiarazione di Ramon Mantovani, della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista

L’efferato assassinio delle tre militanti kurde a Parigi è l’ennesimo crimine teso ad impedire la soluzione politica del conflitto nel Kurdistan nello stato della Turchia. Da diversi giorni era in corso una trattativa riservata del governo turco con il Presidente Abdullah Ocalan e, come in almeno altre tre occasioni negli ultimi dieci anni, una parte dei militari e dei partiti nazionalisti turchi, con la complicità politica e probabilmente materiale di servizi d’intelligenza di paesi della NATO, non hanno esitato ad utilizzare metodi terroristici per impedire qualsiasi negoziato che porti al riconoscimento dei diritti elementari del popolo kurdo, alla fine del conflitto armato e alla liberazione di Ocalan. Se il governo D’Alema avesse a suo tempo concesso l’asilo politico ad Ocalan e lavorato per una soluzione negoziata del conflitto, invece che obbedire supinamente agli ordini dell’amministrazione Clinton costringendo Ocalan ad abbandonare l’Italia, al popolo kurdo sarebbero stati risparmiati tanti anni di guerra, sofferenze ed ingiustizie, perché al negoziato non c’è alternativa.
Chiunque si consideri democratico e amante della pace non può che solidarizzare con il popolo kurdo, che resiste e chiede solo di avere gli stessi diritti di tutte le minoranze nazionali nei paesi dell’Unione Europea. Ramon Mantovani

Tre attiviste kurde assassinate a Parigi: vogliamo verità e giustizia!

Sakine Cansiz, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), 55 anni, Fidan Doğan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Curdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez, giovane attivista del movimento, sono state assassinate tra le 14.00 e le 15.00 del 9 gennaio (secondo quanto dichiarato dalle autorità francesi) all'interno dell´Ufficio di Informazione del Kurdistan a Parigi. Tre donne, tre generazioni diverse, accomunate dalla volontà di trovare la pace e la dignità per il loro popolo, il popolo kurdo, e dall'impegno attivo per raggiungere tale obiettivo.  Le autorità francesi hanno per ora dichiarato che il triplice assassinio è stato messa a punto da “professionisti”.  Così come a Parigi e in altre città europee, anche i kurdi rifugiati in Italia manifesteranno per testimoniare il loro rispetto a queste tre donne che hanno sacrificato la loro vita per la pace e i diritti del loro popolo e per chiedere alle autorità francesi di fare piena luce su quanto accaduto, fatto che avviene proprio quando da numerose fonti viene confermata la ripresa dei contatti per l'avvio di un negoziato tra il governo turco e il leader kurdo Abdullah Őcalan detenuto in isolamento sull'isola di Imrali dal 1999.

La comunità kurda in Italia vi invita a partecipare sabato 12 gennaio dalle 10.00 alle 14.00
in contemporanea con la manifestazione di Parigi e lunedì 14 gennaio dalle 10.00 alle 14.00 di fronte all'ambasciata francese a Roma piazza Farnese – angolo via dei Baullari

COMUNICATO STAMPA Europa Levante

Roma, 10 gennaio 2013 
COMUNICATO STAMPA Europa Levante: “Attacco al processo di pace. Migliaia i rifugiati kurdi in Italia. Il 14 gennaio tutti al Teatro Valle”
“In Turchia si è avviato un delicatissimo processo di pace tra il Governo e le forze politiche kurde, con un ruolo centrale rivestito da Ocalan, da anni detenuto nel carcere di Imrali. Un dialogo importantissimo e un confronto da molti invocato e atteso per porre fine alla sistematica negazione dei diritti del popolo kurdo e ad un conflitto che continua a causare vittime e ingiustizie. Le notizie che ci giungono da Parigi sono sconvolgenti e rappresentano una minaccia all’avvio di un processo di pace, che riguarda i confini orientali dell’Europa. Si tratta di un gesto brutale perpetrato nei confronti di tre donne rifugiate in un paese europeo. Una condizione comune a tantissime persone presenti nel nostro Paese e che, dunque, richiede particolari attenzioni e tutele da parte delle nostre istituzioni.”. E’ quanto dichiara in una nota l’Associazione Europa Levante, organizzazione no profit che ha tra i propri fini statutari quello di sensibilizzare la società civile sulla condizione della diaspora kurda.
“Si tratta di un episodio che sta creando sconforto nella comunità kurda presente nel nostro territorio, non solo per la paura di nuovi episodi analoghi, ma anche per le conseguenze che questo può avere su un eventuale processo di pace. Con l’occasione, dunque, vogliamo innanzitutto testimoniare la nostra vicinanza a tutta la comunità kurda nonché esprimere il nostro cordoglio. Rivolgiamo, allo stesso tempo, un appello alle massime autorità del nostro Paese e a quelle europee affinché intervengano per lo sviluppo del dialogo finalizzato ad una soluzione politica della vicenda kurda che vede come interlocutore necessario il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, e che coinvolge lo scenario turco, quello siriano nonché l’Iran e l’Irak. E’ necessario, inoltre, un maggiore impegno per la tutela di tutti i rifugiati politici presenti in Italia, i cui diritti sono molto spesso ignorati dalle autorità nazionali. Il prossimo 14 gennaio avrà inizio a Roma il Festival del Cinema Kurdo. Si tratta di un’occasione importante per testimoniare la vicinanza e la solidarietà alla comunità kurda colpita da questo efferato episodio. Invitiamo, dunque, tutti dalle ore 19 al teatro Valle, a Roma, a partecipare ad una iniziativa di notevole spessore culturale - conclude la nota dell’Associazione”: Per informazioni 3273016013

Parigi. Uccise tre donne dirigenti del Pkk curdo

www.contropiano.org - Le tre donne curde uccise a Parigi facevano parte del PKK (Partito dei lavoratori curdi). Una di loro, Sakine Cansiz, era tra le fondatrici del movimento. Le tre donne sono state ritrovate morte, la scorsa notte. Due sono state uccise da un proiettile alla nuca, la terza presentava ferite all'addome e alla fronte. "Secondo fonti curde, sono stati utilizzate armi munite di silenziatore", spiega la Federazione delle Associazioni curdi in Francia, la Feyca. Al centro informazioni, situato al primo piano, si può accedere soltanto digitando un codice e poi chiamando al citofono. Davanti al portone nessuna targa segnala la presenza del centro di informazione del Kurdistan. Le donne, dall’interno, avrebbero quindi aperto la porta a chi le ha poi assassinate.  Secondo quanto riferiscono fonti curde, le tre donne uccise sono: Sakine Cansiz, cofondatrice del PKK, Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), con base a Bruxelles, e Leyla Soylemez, giovane attivista. I corpi, dicono le fonti, sono stati ritrovati verso l'una del mattino da alcuni amici, preoccupati dopo molte telefonate rimaste senza risposta. Davanti all'edificio, dove si trovano ancora i corpi delle vittime, sono riuniti circa 300 membri della comunità curda. Uno dei movimenti più vicini al PKK in Francia, quello dei ''giovani curdi'', esorta in comunicato diffuso on line ''tutti i curdi e gli amici del popolo curdo'' a raggiungere subito Parigi. I sospetti si sono immediatamente indirizzati verso i servizi segreti turchi. Fonti curde in Francia in queste ore dicono esplicitamente che l'esecuzione delle tre dirigenti del Pkk è avvenuta ''mentre il governo turco tratta direttamente con il leader curdo Abdullah Ocalan'', in carcere sull'isola di Imrali dal 1999 in condizioni di totale isolamento''. Secondo questa lettura, dunque, il triplice omicidio potrebbe essere stata deciso da una frazione dei servizi turchi contraria alle trattative, oppure dal governo stesso come forma di "pressione" sul merito della trattativa stessa, per indebolire la posizione curda. Il governo di Erdogan, naturalmente, fa invece circolare la voce di "rogolamenti di conti interni al Pkk", per "dissensi" sulla trattativa. Il profilo sintetico delle tre donne uccise: Sakine Cansiz: Fondatrice con altri del PKK, la prima donna membro anziano dell'organizzazione, mentre era in carcere ha guidato il movimento di protesta curdo nella prigione di Diyarbakir in Turchia. Nel 1980, dopo essere stata liberata, ha lavorato con il leader del PKK Abdullah Ocalan in Siria; è stata un comandante del movimento di guerriglia delle donne nelle aree curde del nord dell'Iraq, poi ha assunto un profilo meno centrale ed è diventata responsabile del movimento delle donne PKK in Europa. Fidan Dogan: rappresentante a Parigi del Kurdistan National Congress (KNC) gruppo politico; con sede a Bruxelles, responsabile dell'attività di lobbying per conto del PKK via KNC presso l'UE e i diplomatici europei Leyla Söylemez: giovane attivista, stava lavorando alle relazioni diplomatiche e come rappresentante delle donne, a nome del PKK


Tre militanti kurde uccise a Parigi

Tre attiviste curde sono state ritrovate morte con ferite da arma da fuoco alla testa a Parigi nelle prime ore di questa mattina.  Una delle donne è Sakine Cansiz, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Le altre due donne sono Fidan Dogan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Curdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez. Il Ministro degli Interni francese Manuel Valls ha descritto le uccisioni come "intollerabili". Il movente della sparatoria non è chiaro. "La scena [del crimine] potrebbe indicare che sia stata una esecuzione, ma l'indagine dovrà stabilire le esatte circostanze di quanto avvenuto”, ha dichiarato una fonte di polizia ai giornalisti francesi. Il Ministro Valls è presente sul luogo della sparatoria. "Questi assassinii non sono tollerabili, e spero che l'inchiesta faccia rapidi progressi ma lasciamo che gli investigatori facciano il loro lavoro”, ha dichiarato alla radio France-Info. La Federazione delle Associazioni Kurde in Francia (Feyka) ha indetto una manifestazione a Parigi. ANF / PARIGI

venerdì 4 gennaio 2013

I parlamentari Türk ed Akat visitano Öcalan ad Imralı

Il co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Ahmet Türk e la parlamentare del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) di Batman Ayla Akat hanno fatto visita giovedì mattina al leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan all´interno del carcere di Imralı. Per ore sono state effettuate speculazioni sulla visita; la notizia è stata in seguito confermata dal co-presidente del BDP Selahattin Demirtaş. Demirtaş, rilasciando un´intervista a Nuçe TV in serata, ha affermato che un comunicato sulla visita sarà rilasciato nel corso dei prossimi giorni. Ha inoltre aggiunto che l´incontro con il leader kurdo incarcerato è stato positivo. Öcalan non incontra i suoi avvocati dal 27 Luglio 2011. Il 17 Novembre ha incontrato suo fratello: attraverso di lui ha effettuato un appello ai centinaia di detenuti kurdi in sciopero della fame all´interno delle carceri turche per far cessare la protesta, conclusasi in seguito.  ANF / NEWS DESK

Dodici giovani arrestati durante operazione KCK a Mardin

Dodici giovani sono stati arrestati giovedì nel distretto di Nusaybin (Mardin). Secondo quanto riportato, le irruzioni simultanee sono state effettuate all´interno di numerose abitazioni nell´ambito della cosiddetta indagine sull´Unione delle Comunità Kurde (KCK), per mezzo del quale migliaia di rappresentanti politici kurdi sono stati incarcerati a partire dal 2009. Gli arrestati, tutti tra i 18 ed i 25 anni, sono stati condotti nei locali della Questura di Mardin. Le loro famiglie hanno affermato che numerose squadre di polizia hanno messo a soqquadro tutte le abitazioni per trovare i vestiti che i ragazzi stavano indossando nelle fotografie che gli agenti avevano in mano. Şükran Mutlu, madre di uno degli arrestati, Ömer Mutlu, ha reagito contro le irruzioni affermando: "Il Governo fa in modo che i nostri figli vadano in montagna. Non sta facendo altro che opprimerci, tanto che farà andare anche noi in montagna”.  ANF / MARDİN

5° Festival del Cinema Kurdo a Roma


5° Festival del Cinema Kurdo - sguardi diversi liberano il cinemadedicato a Mirella Galletti
14 gennaio  Teatro Valle Occupato 16 gennaio Casa del Cinema 17-20 gennaio 2013 Nuovo Cinema Aquila

Programma